Il diritto a una famiglia non deve fare scandalo, L'opinione

di Tommaso Cavazzuti, già docente di Religione alle Superiori

Nel film-documentario Francesco, papa Bergoglio fa un’affermazione che ha suscitato enormi reazioni; anche se di fatto le parole del Papa non aggiungono nulla a quanto aveva già detto in occasioni precedenti. «Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo». La sorpresa, e per alcuni lo scandalo, suscitato da queste parole, deriva da concezioni preconcette coltivate a lungo e, soprattutto, da una insufficiente comprensione del pensiero di papa Francesco. A questo proposito è necessario chiedersi: quali sono i principi alla base di queste affermazioni? In filosofia e in teologia tutte le affermazioni devono poter essere ricondotte a dei principi più universali. Questi principi, poi, in teologia si rifanno alla Rivelazione, compresa e interpretata alla luce della fede vissuta nel grembo della Chiesa; mentre in filosofia i principi più generali si fondano su quella esperienza interiore, comune a tutti gli esseri umani, nella quale il soggetto percepisce se stesso, i propri atti, e tutto il resto come realtà distinta ed esterna a lui. Credo non sia difficile comprendere le parole del Papa alla luce di quei principi che sono alla base della visione cristiana dell’uomo. Egli non fa altro che riconoscere ciò che è costitutivo della persona umana: la sua dignità, il valore della coscienza, la struttura relazionale dell’uomo.

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