Città in rosa Notte in bianco Madonnina in grigio

Modena – Dopo l’arrivo a Sestola, la carovana rosa è scesa a valle. La partenza dell’undicesima tappa del Giro d’Italia ha anche dato il via a un programma di eventi di grande richiamo. In tanti hanno invaso la piazza Roma per assistere al raduno dei corridori. Altri hanno preferito fare ala al passaggio dei contendenti in via Farini, via Emilia e largo Garibaldi. Fino a viale Ciro Menotti. La passerella è finita a quel punto. All’altezza dello stabilimento Maserati la tappa ha preso il via in direzione della Bassa e per attraversare alcuni territori colpiti dal sisma di quattro anni fa. Smaltita la sbornia per le biciclette è arrivato il turno delle automobili. Anche le nonne e le bisnonne a quattro ruote hanno fatto passerella all’entrata del museo Ferrari. C’erano antiche Bugatti, Lancia, Mercedes, Bentley, Alfa Romeo e auto con il marchio del Cavallino di prima generazione. Il museo è rimasto aperto fino alle ore piccole per le visite dei partecipanti alla Notte bianca intitolata “nessun dorma” nel ricordo della celebre romanza pucciniana tante volte interpretata da Luciano Pavarotti. Tuttavia il repertorio non è stato limitato alla lirica e alla musica classica. In diverse zone del centro si sono esibiti complessi rock, pop e jazz, con l’esibizione finale tenuta in piazza Grande da Luca Carboni. 

Le gare e le feste sono opportune, però a condizione che non facciano perdere di vista le realtà. L’allarme lo ha lanciato l’Assessore all’Urbanistica Anna Maria Vandelli a proposito delle precarie condizioni in cui versa il villaggio artigiano della Madonnina. Quel lembo di terreno adiacente alla fascia ferroviaria rischia il degrado. Eppure fu il trampolino di lancio per la ripresa dell’economia e dell’occupazione dopo i disastri causati dalla guerra. L’intuizione fu dell’allora sindaco Corassori. Le aziende faticavano a decollare e molti reduci non trovavano lavoro pur avendo esperienze in diversi settori. Potevano diventare piccoli imprenditori. Acquistata l’area al prezzo di un terreno agricolo, il Comune l’aveva suddivisa in lotti, poi assegnati a condizioni di favore. In poco tempo erano sorti capannoni e Modena si era inserita fra le città promotrici del miracolo emiliano. Non soltanto per la consistente presenza di fabbriche. Su quell’area erano sorti anche stabilimenti del calibro della casa editrice Panini. Negli anni sono avvenuti trasferimenti e chiusure. E’ necessario invertire la rotta altrimenti metteranno radici attività illecite.

Ma l’allarme lanciato dall’assessore Vandelli ha trovato un ostacolo. Lo ha fissato il Sindaco. Non ci sono soldi. Almeno fino a quando le Ferrovie dello Stato non rimuoveranno i binari divenuti inutili, non si potrà muovere foglia. Tanto più che tutti i Comuni hanno ricevuto il messaggio con il quale il Prefetto sollecita interventi per aumentare la sicurezza sulle strade. L’asfalto gruviera è la causa di molti incidenti. Prima che arrivi l’autunno tutte le buche devono essere chiuse. 

Poi polizia, carabinieri e vigili urbani devono tenere sotto tiro i giovani che si mettono al volante dopo abbondanti bevute o sniffate di droga. Non a caso nell’elenco del Prefetto non sono inclusi i vigili del fuoco. Pochi giorni prima della tirata d’orecchi prefettizia c’era stato un sit in di protesta dinanzi alla sede provinciale. C’è carenza di personale. I pompieri che vanno in pensione non sono sostituiti. I giorni di ferie non goduti sono a livelli altissimi e le ore di straordinario non sono pagate. A ogni richiesta segue la solita risposta: non ci sono fondi. Nei casi d’emergenza si devono chiedere rinforzi ai distaccamenti di Sassuolo e di Carpi. E il comandante quando sarà designato? I pompieri modenesi lo stanno aspettando da oltre un anno. 

Ma non soltanto loro hanno sollecitato provvedimenti. La voce l’hanno alzata anche i residenti in viale Ciro Menotti e strade attigue. I ruderi dell’ex stabilimento delle Fonderie cadono a pezzi. I cortili sono invasi da erbacce e da cumuli d’amianto. Non per questo gli spacciatori di droga girano al largo. A breve distanza si incontra il garage Ferrari che, in base a una sentenza del Tar, dovrebbe essere abbattuto. Ma da Roma è arrivato lo stop. Lo ha imposto il Consiglio di Stato. Occorrono approfondimenti per non compiere un grave danno edilizio. Se c’è stato abuso non è detto che sia irrimediabile e che si debbano mettere in azione le ruspe.

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