Settegiorni, Voce digitale del 3 giugno

Per favore, qualcuno spieghi al giovane di Fratelli d'Italia ideatore del “Degrado tour” a Carpi che piazza Martiri, alle 14,15 del sabato, non è una “discarica a cielo aperto” ma è semplicemente sporca del dopo mercato e viene ripulita in un'ora. E questo da molto prima che lui venisse al mondo per deliziarci con le sue scoperte.

E' diventata un caso l'offerta di lavoratori stagionali per la quale l'Istituto Meucci ha segnalato la disponibilità di propri studenti. E' bastato che in un post l'espressione “lavoratori stagionali” venisse sostituita dai GD con il termine “schiavi” perché si riaprisse un quesito ricorrente, appesantito dai gravi incidenti occorsi di recente a ragazzi in tirocinio presso aziende: fino a che punto il lavoro degli studenti dentro le imprese può essere considerato un risvolto della formazione scolastica e dove comincia, invece, lo sfruttamento, ravvisabile in quei cento euro di rimborso spese settimanale? I GD sostengono che se uno svolge un lavoro, quello va riconosciuto come tale, dunque, contrattualizzato. L'Istituto si è difeso, replicando che i ragazzi affiancano, non sostituiscono. La questione è delicata: può forse essere affrontata, mettendo l'accento sul risvolto “estivo”? Quanti piccoli spazi lavorativi esistono negli interstizi dell'estate che non si siano andati a occupare in passato, giusto il mese necessario a mettere insieme qualche soldo per una vacanza? Meglio se regolamentato, certo: ma allora si faccia in modo che il salario di un mese intascato dal ragazzo non diventi il costo di due, per l'azienda. Solo che il ragionamento ci porterebbe molto oltre.