Settegiorni del 26 settembre

“Il Papeete Trumpo-Salviniano è plebe da demagoghi, una insopportabile rissa di strada”, obietta Giuliano Ferrara a Goffredo Bettini, il guru del Pd che aveva espresso nostalgia per i tempi in cui “amavamo mischiarci perfino con il ladro di borgata per insegnare e imparare al tempo stesso” e per quello che lo stesso Ferrara definisce “comunismo dei sentimenti”. Al “Salvinismo senza Salvini” che pare attirare il Pd, Ferrara oppone “la rete dei diritti e delle protezioni collettive del welfare” come segno di una “società civile compatibile con la democrazia liberale, moderna e globalizzata”. In piena crisi identitaria della sinistra scegliete voi da che parte stare. 

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