Settegiorni del 9 gennaio

Sta diventando una sorta di riflesso pavloviano. Fase Uno: accade un fatto di nera (accoltellamento in via San Francesco o furto alla Tazza d’Oro che sia). Fase Due: si alza da destra il coro sdegnato sulla città insicura. Fase Tre: il Sindaco è preoccupato, ma pronto a bacchettare la strumentalizzazione politica. Fase Quattro: la destra sdegnata replica che il Sindaco più che polemizzare dovrebbe badare alla sicurezza cittadina. Di nostro aggiungiamo una Fase Cinque: la cornice elettorale, perché senza questa gli episodi resterebbero nel loro ambito e Carpi parrebbe la città più tranquilla di questo mondo, sotto l’occhio vigile delle telecamere dell’assessore Lugli. Restiamo alla politica. Con lo slittamento di Carpi Futura verso la Borgonzoni (poi ripensato, ma la frittata ideologica era fatta) si sono dischiusi spazi per un centro moderato e modernizzatore che guarda al Pd, senza subalternità. Ci sta pensando Giorgio Verrini che ha aperto in città l’approdo ad Azione di Carlo Calenda. Anche questo, tutto prevedibile. 

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