Settegiorni, in Voce digitale del 23 luglio

Mai un tema fu azzeccato come per la prossima edizione di Festival-Filosofia. Sì, perché il concetto di “libertà” è diventato imperiosamente di attualità a seguito delle restrizioni imposte dal Covid, con inauditi rovesciamenti di ruoli. Per cui la destra si ribella ora a ogni norma legata all’emergenza pandemica, appellandosi a quella libertà che è la prima cosa che sparisce quando lo Stato diventa autoritario, com’è nelle corde dei partiti nazionalisti e sovranisti o dichiaratamente fascisti. Mentre la sinistra, storicamente sempre percorsa da rigurgiti anarcoidi e antiautoritari, si trova a difendere le limitazioni imposte alla libertà per contenere il contagio. Dove sta l’inghippo, per non dire il trucco? So-spettiamo che dipenda dall’occupare o meno le stanze del potere. Per cui, a parti rovesciate, sarebbe di sicuro la sinistra – oggi in buona parte al governo – a lamentare le restrizioni; e la destra – oggi all’opposizione o con un piede dentro e uno fuori – a giustificarle. Funzionano così, le cose, al tempo in cui filosofie, ideologie e principi hanno ceduto il campo al marketing politico e al qui e ora sondaggistico dei consensi.

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