Settegiorni, rubrica di Voce digitale del 14 giugno

Ma quanto rosicano quelli che, dopo aver ostentatamente ignorato la contesa elettorale in nome del disgusto e del distacco dalla politica, ora si precipitano a commentare i risultati, e le preferenze e i su e i giù di questo e di quello... Salvo beninteso decretare che le persone che hanno sancito la vittoria di Riccardo Righi sono poche, troppo poche e che il vero vincitore è l'astensionismo. Ma che cosa hanno fatto loro, le moraliste, superiori fino a ieri rispetto alle miserie quotidiane della politica, per creare un po' più di interesse per il voto di Carpi? Lo avranno capito che la politica da loro liquidata come lontana dagli interessi della gente perché solo piccolo cabotaggio, è anche aspettativa, cornice di valori, rispetto per l'onestà e le tradizioni amministrative, fiducia, e non solo buche nelle strade o strepito su un cantiere in ritardo o una fontana che non piace? segue

Che bello poi apprendere, dal lungo soliloquio della solita influencer, che hanno sbagliato tutti, ma proprio tutti, da Arletti e Carletti a Barbi, a Bonzanini e Pedretti, da Battini e Medici, a Morelli e Ferrari a non prostrarsi riverenti davanti alla sua idea di lista civica smenata per mesi, perché i partiti sono prigionieri del loro "poterino” e poi perché, si sa, il carpigiano ritiene “sia meglio essere il capo di pochi, piuttosto che un sergente di tanti”. Ecco, si diceva, hanno sbagliato tutti, ma proprio tutti: tranne lei, ovviamente, novella giudice implacabile che decide chi sia degno e chi no di imbarcarsi sulla navicella che permette di attraversare l'Acheronte e raggiungere le poltrone di palazzo Scacchetti.