E' la più colossale costruzione di senso alla quale si sia assistito negli ultimi tempi. Ed è l'apporto da parte dei media – metodico, incessante, quanto forse inconsapevole – un mattone dopo l'altro, all'erezione di un monumento denominato No Vax. Che non esiste se non in una minima porzione ideologizzata della società. Ma che a forza di resoconti e reportage giornalistici, perfino sulle manifestazioni fallite, perfino sul ritrovamento di una carabina ad aria compressa e di una finta katana (spada da samurai) non affilata reperibile per pochi euro nei mercatini – come ci è stato fatto notare da un lettore – delinea una forza organizzata e pronta a sferrare un attacco alle istituzioni. Qualcuno magari ci spera, ma in netta maggioranza è un moto d'opinione variegato, scomposto, dalle mille sfaccettature, spesso più private che pubbliche o fatto più di inerzia che di convinzioni profonde. Ma ai media piace in fondo prefigurare lo scontro tra due fronti: fa più spettacolo e, soprattutto, è più facile da capire (continua a leggere).