Settegiorni, su Voce digitale del 12 maggio

È comprensibile l’impazienza riversata sul cantiere infinito che è diventato la riqualificazione di corso  Roma. Ma a costo di passare per paladini dell’Amministrazione e per  puro amore di verità, si ricorda che un anno di lavoro per intervenire  non solo a livello di epidermide (la  pavimentazione) ma anche di organi profondi (le condotte e tutto il resto)  è esattamente quello impiegato per il restauro, molto meno sofisticato, di  corso Cabassi avviato nel settembre  2009, inaugurato nel settembre 2010 e che già nel 2018 richiese un intervento di manutenzione straordinaria. Questa volta, in più  c’è stata l’interruzione di due mesi per le festività natalizie. L’errore di amministratori e impresa è stato fissare scadenze non realistiche. La voglia di annunciare e minimizzare i tempi all’inizio, gli si è dunque ritorta contro alla fine in forma di aspettative  deluse. La ricerca del consenso a volte si rivela un boomerang. 

A proposito di opere. Sono partiti i lavori sul prefabbricato ex Unicredit di via Catellani. Vi troveranno posto i Servizi demografici e l’Anagrafe. Tempo due o tre anni, anche il Comando di PL lascerà il complesso  ex Angelo Po di via Manicardi, ormai  ridotto a un deposito di archivi. C’è un’idea di che cosa farne? Lo si lascerà  marcire, senza usarlo come pedina di scambio per qualche altra operazione  di grande rilevanza pubblica come potrebbe essere l’unificazione di tutti  gli uffici comunali? Ma già, non sono  domande da porre a una Giunta a fine mandato: presto si entrerà in clima elettorale e i grandi disegni per la città possono attendere.