Settegiorni, su Voce digitale del 14 gennaio

Note a margine dell'atteso Consiglio comunale sulla sicurezza di giovedì 13 gennaio. La cosa più buffa accaduta è stata la lettura delle dieci proposte scandite imperiosamente da Eros Andrea Gaddi dei 5Stelle, elencandone anche alcune – come il targa system – adottate da almeno due anni dalla Polizia Locale. Il primo ad accorgersene è stato il consigliere del Pd, Marco Reggiani: «Da quando in qua i 5 Stelle si sono alleati con Carpi Futura, visto che avete letto il loro programma elettorale?». Poi ci ha pensato Michele Pescetelli, capogruppo della lista civica, a mostrare il corpo del reato: un volantino del 2019 dove comparivano le proposte appena lette come proprie da Gaddi. Il quale, altro fatto straordinario della seduta, anziché dissolversi magari inventando qualche scusa tipo un bisogno fisiologico o una chiamata urgente da casa, pur farfugliando che sì, le proposte le aveva prelevate da un profilo social, è rimasto lì, imperterrito, a continuare la severa reprimenda sullo stato generale di insicurezza vigente in città.

Viene poi da nutrire una sincera ammirazione per chi ha il coraggio di andare contro le frasi fatte, i luoghi comuni, gli slogan preconfezionati e abusati. Essendo venute a mancare in questo mandato amministrativo alcune figure di consiglieri che si segnalavano per questa capacità di pensiero autonomo dalle sclerosi linguistiche tratte dalla politica o dal giornalismo, è risultata tanto più apprezzabile l'affermazione netta e precisa dell'assessore alla Sicurezza – citazione dal Questore di Modena –, secondo la quale “le baby gang non esistono”, perché “azzuffarsi per strada non è un reato” e un fenomeno di disturbo non va confuso con un fatto criminoso. Di questi tempi, sarebbe molto più facile e popolare sostenere il contrario.

 

Ultima annotazione consiliare. Alcuni consiglieri partecipano alle sedute in presenza e altri possano farlo in remoto. Al di là delle motivazioni (quarantene d'obbligo o scelta dettata da cautela con distanziamento fisico), la cosa produce curiosi effetti comportamentali. La lontananza fisica e il rivolgersi a un monitor senza la reazione silenziosa, ma immediata che proviene dal linguaggio dei corpi e dalla mimica di chi ascolta induce per esempio a un solipsistico avvitamento declamatorio fatto di parole in libertà. Nella quantità e soprattutto nella qualità che poco si discosta, in qualche caso, dai discorsi che si ascoltano al bar.