Settegiorni, su Voce digitale del 17 dicembre

Premesso che il discorso varrebbe anche a parti politiche invertite, non si è francamente capito che cosa avessero da obiettare alla seduta consiliare di giovedì scorso le consigliere comunali di Lega e Fratelli d'Italia, fino ad astenersi al momento del voto, alla proposta di concessione in comodato d'uso gratuito al Centro per l'Impiego dell'edificio del Consultorio. I Comuni sono tenuti a farlo, gli uffici potranno ampliarsi per ospitarvi più personale atteso da anni, il mercato del lavoro a Carpi ne ricaverà solo benefici, l'edificio cade a pezzi e i soldi per la ristrutturazione al 90 per cento li metterà la Regione. Macché: astenute, senza neppure una spiegazione. Che poi si spiega benissimo: è una cosa sacrosanta per la città? e chissenefrega, noi siamo opposizione e ci opponiamo, vamolà. Ah, i bei tempi n cui il vecchio Partito comunista e la Democrazia cristiana se ne dicevano di cotte e di crude, ma quando capivano che una cosa andava bene per Carpi, zitti zitti trovavano un accordo alla faccia delle direttive impartite da Roma. Si direbbe che in Consiglio non solo non ci sono più i partiti di una volta, ma neanche i Carpigiani di una volta.

 

Restiamo in politica per concordare in pieno con il senso di sgomento ammesso da Michele Serra circa la progressiva plausibilità dell'ipotesi di Silvio B. presidente della Repubblica (ph. Il Fatto Quotidiano). Quella che all'inizio pareva una battuta, piano piano comincia a farsi largo fra politologi, autorevoli commentatori, editorialisti, strateghi della guerriglia quirinalizia che cominciano a ragionarne come di una cosa seria. Per fortuna che qualcuno viene allo scoperto e dichiara che "Silvio è la Patria e io spero di andarlo a trovare al Quirinale”. E' Emilio Fede e questo dovrebbe aiutare a capire.