Il percorso, fra paletti, norme, strettoie e passaggi obbligati, è notoriamente irto di difficoltà. Tra l'idea di un'opera e l'avvio della sua realizzazione, nel settore pubblico, intercorrono mesi, anni, nei quali si susseguono: il bando per la ricerca del progettista; la gara con relativi punteggi; l'assegnazione del progetto di fattibilità tecnico-economica (e buona grazia se include anche la redazione del definitivo esecutivo); la sua presentazione; l'approvazione della Giunta; il bando per la ricerca dell'impresa; la gara e relativa graduatoria; la consegna dei lavori. In parallelo c'è la ricerca della copertura finanziaria, con le meticolose documentazioni richieste dal Pnrr. E da ultimo abbiamo appreso che, per ottenere risorse dall'Agenzia trasformativa urbana per lo sviluppo sostenibile (una sigla che fa rumore: Atuss) per le future sedi del Comando della PL, dei Servizi sociali e per la trasformazione del mercato coperto in istituto per la formazione, è stato necessario presentare uno schema di Iti, Investimento territoriale integrato. Si capisce che qualcuno faccia dell'ironia, sui tempi che intercorrono per le opere pubbliche. Ma le possibilità sono due: o i critici li accettano con rassegnato fatalismo; oppure l'autorità di turno ritarda l'annuncio a una settimana prima della posa della prima pietra. Sperando che in quei sette giorni non succedano intoppi. segue