Ha ragione chi ha fatto osservare che è in corso una sorta di disumanizzazione della figura del migrante. Prima c’è stato il famoso riferimento al “carico residuo” del Ministro dell’Interno; poi è venuto lo sballottamento di uno dei “carichi” in questione dal Canale di Sicilia al porto di La Spezia e da qui, in treno, a Foggia; poi ancora le lacrime versate dalla Premier a Bucha, in Ucraina, davanti ai peluche dei bambini vittime della guerra, e neanche una sui peluche della spiaggia di Cutro; infine, l’accusa di irresponsabilità ai genitori che, in fuga da guerre e fame, decidono di affidarsi al mare, mettendo a rischio la vita dei propri figli. Sempre nella stessa ottica: togliere al migrante ogni tratto che possa suscitare commozione e umana condivisione. Dopo di che, una volta trasformato in mera quantità fastidiosa, diventa più facile sbarazzarsene in qualunque modo. Non si capisce se questa sia una precisa strategia della Destra di governo. O se le venga naturale così.