Buon senso, merce rara, Soldi nostri

Da sempre ho l’abitudine, come ogni bravo massaio, di annotare su un quadernetto di computisteria le spese quotidiane. È un’usanza antica, documentata da almeno un millennio, alla base di una sana economia domestica. Oltre a consentire una razionale gestione delle spese per la casa, questo metodo permette di ricordare con precisione ogni acquisto, e gli eventi ad esso collegati (assai utile, qualora vi servisse un alibi…). Così, dopo aver letto sui giornali i verbali del Comitato tecnico scientifico preposto all’emergenza Covid, con lo strascico di polemiche conseguente, sono andato a controllare a quando risale l’acquisto della prima mascherina da parte mia. Non ci crederete, ma la data è il 28 gennaio. Sono forse un medico, uno scienziato o un veggente? Niente di tutto ciò, naturalmente. Ho forse accesso a informazioni riservate, come Trump? Tampoco. E allora come ho fatto a premunirmi per tempo contro la pandemia in arrivo? Semplice: vedevo alla Tv quel che accadeva in Cina e, tenuto conto degli intensi rapporti dell’Italia con quel grande Paese, ho pensato che a breve l’epidemia sarebbe approdata da noi, come poi regolarmente è avvenuto. Il fatto è che ogni tanto mi capita di viaggiare e ho constatato che Venezia, Milano e Firenze erano piene di turisti cinesi, in misura anche superiore al normale, vista la coincidenza delle festività del loro capodanno. Non so a Roma, ma è là che è stato scoperto il primo caso dei due turisti poi ricoverati allo Spallanzani. Forse i provveditori economi degli ospedali non guardavano i telegiornali, visto che si sono fatti trovare sprovvisti di mascherine e degli altri dispositivi di protezione per il personale sanitario (e così, poi, è stata diffusa la pietosa bugia che le mascherine non servivano…solo perché non c’erano).

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