Calma apparente sui mercati

I mercati paiono non risentire delle crisi in atto sullo scacchiere internazionale. La volatilità sulle borse è quasi impercettibile, le quotazioni delle obbligazioni sono risalite dai minimi registrati lo scorso anno, nonostante i tassi restino relativamente elevati, gli indicatori economici sono in equilibrio. Una calma piatta, si direbbe, pur in presenza di numerosi conflitti aperti e latenti. Il settore immobiliare potrebbe costituire, come già in passato è accaduto, il detonatore in grado di far scoppiare la crisi. Per ora in grande difficoltà sono la Germania e la Cina. Per quest’ultima la situazione è complicata dal massiccio deflusso di capitali, diretti soprattutto verso il Giappone e l’India, ovvero i competitor più diretti. Capitali in fuga solo perché le prospettive economiche del Dragone paiono vacillare? O, piuttosto, spinti da motivazioni politiche, dal momento che è in corso un braccio di ferro tra America e Cina sulla questione di Taiwan. segue

In questo contesto va letta anche la revisione della politica estera italiana, che ha invertito la rotta sulla via della seta, in auge solo poco tempo fa. Peraltro l’Europa se, da un lato, deve temere le conseguenze di uno scontro diretto tra America e Cina, altrettanto ha motivo di preoccuparsi per un eventuale accordo che vada in direzione di un governo del mondo bipolare. L’Italia, da sempre subalterna agli Usa, intanto si accoda a tutte le avventure nelle quali ci trascina l’alleato. Le nostre navi da guerra incrociano infatti sia nel mar Rosso che nel mar della Cina, con qualche puntata anche nel Baltico. L’Aviazione ha dislocato aerei in diversi punti strategici ai confini della Russia, ma anche in Islanda, a protezione delle rotte artiche, e l’Esercito emana bandi per l’arruolamento, propagandati con immagini che richiamano alla memoria periodi infausti della nostra storia nazionale (si sa, per la destra il richiamo allo spirito guerriero è incontenibile).Tuttavia, come se niente fosse, gli investitori confermano la loro fiducia nella borsa e nei titoli di stato. Continua con successo infatti il collocamento di Btp con cui il Tesoro punta a sostituire alla Bce i risparmiatori italiani i quali, peraltro, dimostrano di essere in grado di assolvere a questo oneroso compito. Certo, dopo anni di astinenza assoluta, gioca un ruolo importante l’allettamento di cedole apparentemente generose (il discorso cambia se si considerano la tassazione, le spese e l’inflazione, che erode il reale potere d’acquisto). Manca, in questo slancio verso l’investimento, obbligazionario la consapevolezza del rischio sistemico. È diffusa infatti la convinzione che lo stato non possa fallire, nonostante esempi in contrario (vedi l’Argentina). segue

Per quanto concerne l’Italia, in condizioni normali, nulla di grave dovrebbe accadere, ma le guerre possono portare alla polverizzazione del risparmio come ci insegnano illustri precedenti, dalla crisi degli assignat, dopo la Rivoluzione francese, alla svalutazione in Germania dopo la prima guerra mondiale e anche in Italia dopo la seconda. Insomma, la guerra non è mai amica dei risparmiatori e la bellicosità dell’attuale governo qualche inquietudine dovrebbe quanto meno destarla. La pace invece è amica del commercio e del lavoro e si accompagna sempre a periodi prosperità, fin dai tempi di Augusto. In tempo di pace però ci pensano le truffe a distruggere i risparmi. Di recente il Sole-24 Ore ha pubblicato uno schema riassuntivo del risparmio tradito, solo nel nuovo Millennio: ben 52,7 miliardi di euro, sottratti a circa un milione e cinquecentomila risparmiatori, dal 2001 a oggi. I nomi sono quelli noti: Argentina, Bipop Carire, Cirio, Banca 121, Parmalat, Giacomelli, Cerruti, Finmatica, Finmek, La Veggia Finance, Gforex, Lehman Brothers, Deiulemar, CaRiFerrara, CaRiChieti, Banca Marche, Banca Etruria, Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Popolare di Bari, Bio-On, New Financial Technology, The Rock. Poi, scorrendo le pagine dello stesso giornale, in cronaca, compare una notizia relativa a un nuovo crack di una società operante del settore delle criptovalute, la cui operatività si basava sul classico schema Ponzi, nel quale sono rimasti coinvolti 20mila italiani. Il Gatto e la Volpe sono sempre in azione, non resta che chiedersi: a chi toccherà la prossima volta?