Conti in ordine, soldi nostri, 11 luglio

Il governo, alla fin fine, ha abbassato la cresta e ha messo in cantiere una manovra finanziaria sufficiente per rispettare gli accordi con l’Unione europea, allontanando il fantasma dell’avvio della procedura d’infrazione per debito eccessivo. Gli effetti positivi si sono manifestati immediatamente, con un forte rialzo della borsa di Milano, la migliore in Europa, e con il calo dello spread (a dimostrazione che non vi era alcun complotto contro il governo, ma che i mercati si erano mossi in base a semplici considerazioni razionali). Il trend positivo è anche in relazione alla favorevole congiuntura internazionale e, in particolare, alla prosecuzione di una politica monetaria lassista da parte delle banche centrali (che ha provocato però un’impennata delle quotazioni dei beni rifugio, come l’oro). In sostanza le classi di attivo, anche quelle rischiose, hanno recuperato in buona parte le perdite registrate alla fine dello scorso anno: le azioni sono salite e le obbligazioni si sono rivalutate, essendo scesi i rendimenti. Buon per chi aveva titoli in portafoglio e ha resistito impavidamente alla burrasca precedente, un problema invece per chi deve investire ora, con i prezzi già tirati sui massimi e con rendimenti cedolari da prefisso telefonico, a fronte di spese e tasse assai pesanti (date un’occhiata ai rendiconti semestrali e constaterete quanto incidono sui rendimenti: la patrimoniale in pratica duplica i costi della tenuta del dossier titoli).

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