Soldi nostri del 5 dicembre

Difficile recuperare le minus

Quando l’allora ministro delle Finanze Vincenzo Visco, temporibus illis, introdusse la tassazione sulle plusvalenze realizzate, ovvero sui capital gain, previde, contestualmente, la possibilità di compensazione tra minusvalenze e plusvalenze. Un po’ per indorare la pillola, assai amara per gli investitori, ma anche nella convinzione che l’imposta così sarebbe stata sostanzialmente neutra: quando si guadagna si paga, quando si perde si ha la possibilità di recuperare, compensando le minusvalenze con i futuri guadagni. Il tutto però non a tempo indeterminato, ma solo nell’arco di un quadriennio. Questo vincolo temporale, di fatto, ha reso molto difficile la compensazione tra minus e plusvalenze anche perché da allora quasi mai i mercati si sono ripresi in maniera così vigorosa da consentire tale recupero. L’indice della Borsa di Milano, ad esempio, pur stazionando ora sui massimi relativi, giace ancora sotto di un buon cinquanta per cento rispetto ai massimi del 2007. Solo chi fa trading in giornata quindi può essersi avvantaggiato di questa normativa fiscale che penalizza gli investitori di lungo periodo. Si aggiunga poi la complicazione, che pare esista solo in Italia, del diverso trattamento fiscale di vari strumenti, con una prima distinzione tra risparmio gestito e amministrato, non compensabili vicendevolmente, e le ulteriori distinzioni tra redditi di capitale e redditi diversi.

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