Generazione Amarcord, Soldi nostri del 10 ottobre

Sull’onda delle manifestazioni giovanili indette dai seguaci della piccola Greta per contrastare il cambiamento climatico si fa un gran parlare della green economy. Un tema che sta andando forte anche nell’ambito degli investimenti finanziari, come dimostra il successo degli Etf collegati ad azioni e obbligazioni di società che operano nel settore “verde”. Un boom che ricorda un pochino (le dimensioni essendo per ora assai inferiori) quello della new economy, all’inizio del secolo. In realtà, per raggiungere gli obiettivi indicati da Greta, non ci sarebbe bisogno di iniziative dei grandi della terra (come quel cattivaccio di Trump, insensibile a questi temi), basterebbe che ognuno di noi avviasse una riflessione sui nostri attuali stili di vita, rapportandoli a quelli del passato. La mia generazione, nata nel dopoguerra, ha avuto la fortuna di conoscere un mondo nel quale non esisteva la plastica, né la tirannia delle auto e degli idrocarburi. E, vi assicuro, si viveva benissimo ugualmente. Non c’erano supermercati e non serviva l’auto per fare la spesa settimanale. Si acquistava giornalmente l’occorrente nel negozietto vicino a casa (già, perché allora c’erano negozi, anche cooperativi, diffusi in varie parti della città). Il latte veniva consegnato al mattino dalla lattaia, nelle bottiglie di vetro e, prima ancora, attingendo direttamente dai caratteristici bidoni provenienti direttamente dalla centrale del latte. L’assenza di automobili, almeno fino al 1960, ci consentiva di giocare per strada o nelle piazze, così come si potevano fare bellissimi giri in bicicletta senza correre pericoli (oggi sarebbe un suicidio).