Il vecchio che avanza

A forza di predicare la novità  e il cambiamento il  governo giallo-verde ha  imboccato con decisione il percorso  già battuto anticamente  dalla Balena Bianca. In economia  infatti sono state rispolverate  vecchie ricette democristiane:  statalismo, assistenzialismo,  manica larga in materia di pensioni  anticipate e una valanga  di assunzioni nel pubblico impiego.  Rumor, Andreotti e amici  di partito furono maestri nello  stemperare le tensioni sociali,  allargando i cordoni della borsa  a danno dell’erario. Ma erano altri  tempi: il debito pubblico era  più basso e certe licenze erano  ammissibili; inoltre occorreva  tagliare l’erba sotto i piedi al  terrorismo rosso, che aveva imboccato  con decisione la strada  della lotta armata (erano i tempi  di quel tal Cesare Battisti di cui  oggi le cronache ci narrano l’arresto).  All’epoca si assumevano  postini, a migliaia, nel collegio  elettorale di Gasparri, ministro  alla partita, si regalavano anni  di pensionamento anticipato  (fino a sette per chi aveva fatto  il servizio militare e la guerra) ai  pubblici dipendenti, si consentiva  il pensionamento degli statali  con i mitici quattordici anni, sei  mesi e un giorno di lavoro, fatta  salva ovviamente la possibilità  di riscattare gli anni degli studi  universitari, si finanziavano a  piÈ di lista i deficit delle ferrovie,  dell’Alitalia e delle altre partecipazioni  statali, si ricapitalizzavano  a ripetizione le banche  pubbliche, in particolare i banchi  meridionali e così via.  

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