A forza di predicare la novità e il cambiamento il governo giallo-verde ha imboccato con decisione il percorso già battuto anticamente dalla Balena Bianca. In economia infatti sono state rispolverate vecchie ricette democristiane: statalismo, assistenzialismo, manica larga in materia di pensioni anticipate e una valanga di assunzioni nel pubblico impiego. Rumor, Andreotti e amici di partito furono maestri nello stemperare le tensioni sociali, allargando i cordoni della borsa a danno dell’erario. Ma erano altri tempi: il debito pubblico era più basso e certe licenze erano ammissibili; inoltre occorreva tagliare l’erba sotto i piedi al terrorismo rosso, che aveva imboccato con decisione la strada della lotta armata (erano i tempi di quel tal Cesare Battisti di cui oggi le cronache ci narrano l’arresto). All’epoca si assumevano postini, a migliaia, nel collegio elettorale di Gasparri, ministro alla partita, si regalavano anni di pensionamento anticipato (fino a sette per chi aveva fatto il servizio militare e la guerra) ai pubblici dipendenti, si consentiva il pensionamento degli statali con i mitici quattordici anni, sei mesi e un giorno di lavoro, fatta salva ovviamente la possibilità di riscattare gli anni degli studi universitari, si finanziavano a piÈ di lista i deficit delle ferrovie, dell’Alitalia e delle altre partecipazioni statali, si ricapitalizzavano a ripetizione le banche pubbliche, in particolare i banchi meridionali e così via.
30 Gennaio 2019
Il vecchio che avanza
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