vI dati dell’Istat sono impietosi: il Pil, nel 2019, è cresciuto dello 0,2 ma gli ultimi tre mesi dell’anno sono stati a crescita zero, mentre l’export, a novembre, risulta in calo del 4,2 per cento. Per il 2020 è attesa una crescita dello 0,5 del Pil ed evidentemente basta un nulla per vanificare la previsione e avvicinare l’economia italiana alla recessione. La manovra finanziaria, finalmente disponibile nella versione pressoché definitiva, non offre molte speranze essendo in linea con quelle varate dai governi precedenti, dimostratesi fallimentari. I tassi negativi permettono ai governi di puntare tutto sul debito, che costa pochissimo, per non dire nulla, e favoriscono in definitiva l’azzardo morale che prima o poi sarà sanzionato dai mercati. Provvedimenti giusti, come la riduzione del cuneo fiscale per ridurre il costo del lavoro, da sempre invocati, rischiano di essere controproducenti se privi di copertura finanziaria. Anche il recente aumento del bonus da 80 a 100 euro, con l’estensione a chi non ne avrebbe gran bisogno, proprio per come è congegnato il meccanismo rischia di fare più danno che bene. Non si ha il coraggio di fare una riforma fiscale che agisca sulle aliquote e si continua sulla strada, inaugurata da Renzi, dell’erogazione di bonus che vengono computati come spesa e quindi incidono direttamente sul deficit, oltre che sul debito, che si accumula sempre più (tanto lo pagheranno i posteri, si pensa comunemente, ma c’è il rischio che i posteri siamo poi noi). I bonus oltretutto discriminano i pensionati, che non li percepiscono, e questo determina uno scalino nel potere d’acquisto a danno delle coorti di età più anziane.
23 Gennaio 2020
Illusione crescita a debito, Soldi Nostri del 23 gennaio
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