Liquidità vo cercando ch'è sì cara

La liquidità è la linfa che alimenta il sistema economico. Per questo motivo governi e, soprattutto, banche centrali, si affannano per assicurare che la liquidità non venga meno pur in presenza di un blocco dell’economia reale, ovvero di produzione e commercio. I paesi con i conti in regola, anche se colpiti pesantemente dalla recessione, hanno margini di manovra poiché possono ulteriormente indebitarsi senza particolari problemi. Oltretutto, avendo un migliore sistema sanitario e disponendo di maggiori risorse per il welfare, sono in grado di ripartire in anticipo rispetto a noi. Tipico il caso della Germania, dove il virus sarebbe approdato prima che in Italia, ma il numero dei morti è quasi un decimo di quelli registrati da noi (anche perché là il sistema sanitario disponeva di ben 30 mila posti in terapia intensiva) e dove le attività produttive non sono mai state interrotte del tutto e sono pronte a ripartire a pieno regime. Nonostante la retorica patriottica che ci viene ammannita quotidianamente dai media dobbiamo onestamente riconoscere il fallimento dell’Italia che, ai vertici della pandemia, si trova in compagnia di altri stati certo non esemplari, quali la Spagna e l’America di Trump (che, anzi ci sta sopravanzando di slancio). L’Italia, alle soglie della recessione già alla vigilia dell’epidemia, è stata travolta dalla crisi: si stima un calo del Pil, su base annua, del nove per cento. Al calo delle entrate fiscali, dovuto al rallentamento dell’economia, unito alle maggiori spese per la sanità e il welfare, ovvero al conseguente, inevitabile, aumento del deficit, si somma la questione del rapporto debito-Pil, l’uno in crescita, l’altro in calo. Una miscela esplosiva per i conti pubblici. Da qui l’affannarsi del governo per ottenere aiuti dai partner europei, dalla Bce e dalla Bei, nelle varie forme di cui si è discusso in questi giorni, non senza polemiche (pretestuose) da parte delle minoranze (con la significativa eccezione di Berlusconi, che ha assunto una posizione responsabile) e da settori dello stesso governo (in area 5 Stelle). L’Europa è stata fin troppo generosa con noi: la Bce si è impegnata ad acquistare i titoli emessi dal Tesoro, il che ci evita il default, l’Unione Europea si è detta disponibile a garantire, col proprio bilancio, l’emissione dei recovery bond, relativi alle sole spese per l’emergenza sanitaria, la Bei non mancherà di sostenere gli investimenti, come ha sempre fatto. Non siamo ancora alla mutualizzazione del debito ma siamo sulla buona strada. Tutto bene dunque? Nell’immediato sì, ma i debiti vanno poi ripagati e si stima che alla fine della giostra il debito-Pil raggiungerà, se tutto andrà bene, il rapporto del 160 per cento, un livello assai pericoloso. 

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