Ma l'Europa s'è desta? Soldi nostri

È auspicabile che l’ormai celebre frase pronunciata dalla Von der Leyen alla riunione degli Stati generali tenutisi a Roma abbia un fondo di verità. Non sappiamo se l’Europa tutta si sia effettivamente destata, ma di certo la Germania ha abbandonato la tradizionale politica rigorista sia in ambito europeo che al proprio interno. Per mitigare gli effetti della crisi conseguente alla pandemia ha infatti varato una politica fiscale espansiva che produrrà un aumento sensibile del debito pubblico: taglio delle aliquote Iva, bonus per tutti e via discorrendo. Inoltre, non certo per filantropia, ma essenzialmente allo scopo di sostenere i mercati di sbocco dei propri prodotti industriali, ha aperto a politiche di bilancio lassiste nei confronti dei paesi del Sud Europa. Un’occasione unica per l’Italia che da anni va invocando un’attenuazione del rigore. La domanda che ora ci poniamo è la seguente: saprà l’Italia sfruttare la congiuntura favorevole investendo bene la liquidità che inonderà l’economia europea nel prossimo anno o, viceversa, sprecherà quella che pare essere l’ultima occasione per riallineare l’economia italiana al consorzio europeo? Prevarrà l’interesse generale del paese o assisteremo alla consueta rissa tra le forze politiche? L’atteggiamento delle opposizioni, al riguardo, salvo poche eccezioni (Berlusconi) pare non essere di buon auspicio.

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