Otto settembre, rubrica Soldi Nostri

Ricordate la famosa battuta di Alberto Sordi? “Colonnello, è successa una cosa incredibile: i Tedeschi si sono alleati con gli Americani”. La scena del film “Tutti a casa” era ambientata a Roma, l’8 settembre del 1943, e i Tedeschi stavano, appunto, sparando sui soldati italiani. Solo che il rovesciamento del fronte non era dovuto alla Germania, bensì all’Italia. L’improvviso cambio di schieramento avvenuto nei giorni scorsi, sempre ispirato dalla realpolitik, ora come allora, non può non ricordare quel periodo storico. Allora la crisi iniziò il 25 luglio, innescata dallo stesso Benito Mussolini affossato da un voto del Gran Consiglio del Fascismo, da lui stesso convocato. La crisi attuale, meno tragica e un tantino più farsesca, è stata innescata ai primi di agosto dallo stesso Matteo Salvini, con il proclama lanciato dal Papeete di Milano Marittima. Entrambi, il Duce, e l’aspirante Duce, sono caduti nella trappola da sé medesimi costruita. Fortunatamente, per Salvini, siamo in democrazia e l’esito per lui non sarà letale. Ma quali sono le vere cause del ribaltone? Salvini ha guadagnato consensi, all’interno, per l’impostazione rigorista data all’operato del suo ministero, dopo anni di politiche lassiste (ai tempi di Alfano), non solo in tema di contrasto all’immigrazione clandestina ma anche, soprattutto, di efficace lotta alla delinquenza, comune e organizzata. I successi in questo ambito sono tangibili e innegabili. Il suo tallone d’Achille è stata la politica estera, in particolare i rapporti con l’Unione europea e con le cancellerie degli stati più importanti. La vicinanza ai paesi del patto di Visegrad (che in Europa contano minus quam) anziché a Francia e Germania, l’opposizione alla Von der Leyen, l’ambiguo rapporto con la Russia di Putin e l’America di Trump lo hanno alla fine isolato. Anche i mercati gli si son messi contro: appena si è dimesso, lo spread è calato vistosamente. In questo contesto già assai poco a lui favorevole si sono aggiunte le dichiarazioni del responsabile economico della Lega, l’onorevole Borghi, contro l’Unione e contro l’euro. Questo aiuta a comprendere il vistoso calo nei sondaggi degli ultimi giorni.

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