Politiche monetariste alla prova dei fatti, Soldi nostri

Se cerchiamo di astrarci dalle cronache e dal dettaglio dei provvedimenti economici del governo e proviamo a vedere le questioni da un punto di vista più alto, possiamo renderci conto di come stiano effettivamente le cose. Se consideriamo le due manovre varate di recente, una da 25 e l’altra da 55 miliardi (l’equivalente di quattro finanziarie ordinarie), accompagnate da una garanzia teorica fornita alle banche per ben 400 mjliardi, e se aggiungiamo i 200 miliardi di titoli pubblici il cui acquisto è stato programmato dalla Banca centrale europea (ma saranno poi imputati al bilancio della Banca d’Italia), la manovra finanziaria assume proporzioni mai viste. Saltati i paletti su deficit e debito pubblico, grazie (si fa per dire) alla pandemia, hanno avuto via libera le spinte di quanti hanno sempre auspicato il superamento dei vincoli comunitari ritenendolo la sola panacea per i mali della nostra economia. Ora non ci sono più alibi, vedremo se davvero sarà possibile ottenere la crescita portando il debito ai livelli estremi, al limite della sostenibilità (si parla del 155 per cento, come minimo, nel rapporto debito-Pil). Il dato più significativo che emerge a livello macroeconomico è infatti la forte immissione di liquidità, giustificata con l’emergenza sanitaria (e viene qualche sospetto che sia stata enfatizzata appositamente al fine di far saltare i divieti da sempre posti dalle autorità monetarie europee e internazionali: a parità di numero di abitanti, l’Ungheria ha contato 400 decessi, la Lombardia oltre 15 mila; solo insipienza amministrativa la strage nelle Rsa?).

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