Un 2018 da dimenticare

Quest’anno, iniziato sull’onda dell’euforia dei mercati finanziari, prolungatasi fino alla primavera, si chiude con lo scoppio di diverse bolle. Tutti gli asset sono in perdita, si è salvato solo chi ha seguito il detto “vendi in maggio…”, e saggiamente ha messo fieno in cascina. Persino i fondi hedge sono in crisi: quest’anno ne sono stati chiusi quasi seicento, segno che anche le strategie alternative non hanno reso, anzi hanno procurato perdite. Per non parlare dei fondi immobiliari che, trattando beni reali, avrebbero dovuto performare meglio in periodo di crisi ma, come ben sappiamo, il mercato immobiliare da anni è in sofferenza e i fondi in scadenza hanno liquidato i patrimoni a prezzi di saldo, danneggiando notevolmente gli investitori. La sorte peggiore è toccata a chi ha investito in un fondo immobiliare venduto dalle Poste, che ha battuto tutti i record di perdita (le Poste forse dovranno rimborsare, almeno in parte, i risparmiatori). Tiene l’oro, il cui prezzo è prossimo al costo di produzione, nonostante l’apprezzamento del dollaro cui, storicamente, è inversamente correlato. E questo non è un buon segno: annuncia l’attesa di una recessione. 

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