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Profeti in Patria 12: Matteo Azzani e Samantha Rossi

Hanno fatto compiere ai partecipanti all'ultimo incontro di "Profeti in patria” un giro del mondo in novanta minuti, costellando di immagini e racconti un itinerario che dall'ottobre 2015 li ha portati da Zocca a Zocca, mettendoci in mezzo però cinque continenti attraversati con ogni mezzo, eccettuato l'aereo usato solo per brevi tratti. E' la straordinaria avventura raccontata sabato scorso nella redazione di Voce da Matteo Azzani, vignolese, che con la moglie Samantha Rossi, originaria invece della località appenninica, sono stati capaci di staccare la spina dalle comodità e dalla gabbia delle abitudini di lavoro e familiari, per affrontare un'impresa durata 550 giorni e scandita da 24 fusi orari, per realizzareo un desiderio comune.

La loro avventura l'hanno poi raccontata anche in un libro (“Facciamo un giro? Del mondo, via terra e mare”, Vignola 2017, 177 pagine, 19 euro) che racconta anche le sensazioni e i pensieri, gli incontri, gli aneddoti e i tanti episodi legati allo straordinario viaggio. E' un libro che fa capire anche la differenza che intercorre tra il semplice turista vacanziere e il viaggiatore: una differenza che si alimenta di cultura, apertura all'altro da sé, oltre che della capacità di adattarsi alle situazioni più imprevedibili, come un pomeriggio ad attendere un passaggio in autostop su una carretera sperduta della Patagonia o l'imbarco su navi cargo o l'assillo di tassisti, postulanti e poliziotti corrotti di frontiera sempre pronti a spennare la coppia di stranieri o i trenta gradi di calore sui vagoni della linea Transiberiana di contrappunto ai trenta gradi sotto zero e al gelo della tajga. Tutto compensato, comunque, dai paesaggi colti anche nel bel servizio fotografico dei due protagonisti: la Grande Muraglia cinese innevata, l'immenso delta del Mekong in Vietnam, la purezza incontaminata del Laos, le risaie terrazzate dell'isola di Giava, i deserti rosseggianti dell'Australia, le spiagge della Nuova Caledonia, le suggestioni di Sidney, la Monument Valley tra Utah e Arizona, la frontiera tra Stati Uniti e Messico, le architetture azteche e inca di Messico e Perù, la capitale della Bolivia, La Paz, sprofondata in un canyon a quattromila metri di altitudine, la traversata dell'oceano su una nave cargo e l'arrivo in Africa, il deserto della Mauritania e infine di nuovo l'Europa gli incontri con popolazioni povere, ma sempre pronte all'accoglienza e all'ospitalità. E poi i tanti mezzi di trasporto, treni lenti e lunghissimi, bus stipati di gente, battelli, barche e...tanto camminare a piedi. segue

Uno avrebbe potuto chiedersi: ma con tante trasmissioni televisive – da “Eden” a “Kilimanjaro” – che ci portano in casa tutti i giorni vedute e visioni di ogni angolo del mondo, che cosa mai avrebbe potuto aggiungere il racconto di una giovane e coraggiosa coppia sia pure alla prese con un'avventura straordinaria? La differenza l'hanno ben percepita, i presenti all'incontro che hanno posto una quantità di domande prima di sciogliersi alla fine in un applauso: la differenza stava tutta nel trovarsi davanti due che quell'avventura, nei suoi sapori e odori, nelle fatiche e nelle gioie, nel caldo e nel freddo, nei disagi e nelle gratificazioni l'avevano vissuta fino in fondo.     

Il prossimo incontro di "Profeti in patria” sarà il 12 ottobre, alle 18, con Danaida Delaj, avvocato, presidente della Consulta per l'Integrazione, che parlerà di "Immigrati: le seconde generazioni e l'inclusione dei cittadini stranieri”. Prenotazioni al 335 8056732 (Enrica) o allo 059 694050 (redazione)

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