Due a processo per l'incendio al Poligono. Fondazione: avanzo di 3,6 milioni e patrimonio in risalita

Ci si impegna da volontari a dirigere una struttura pubblica, assumendosi responsabilità per le quali non c'è di sicuro una fila di aspiranti. Ed ecco che ci si può ritrovare indagati e poi rinviati a giudizio per un incidente colposo, nel caso specifico un incendio: senza vittime, ma con pesanti danni che verranno rifusi dall'assicurazione. E' quanto sta accadendo al Presidente e al Direttore di tiro del Poligono di Cibeno, di proprietà del Demanio (la scritta in latino sul fronte recita "per la patria e per il re”, con croce sabauda), come conseguenza dell'incendio che vi si sviluppò l'8 novembre 2018. I due sono imputati per non aver curato la pulizia della polvere da sparo incombusta depositata negli alveoli dei pannelli separatori delle varie corsie, per cui è bastata una scintilla a far divampare le fiamme. La notizia del procedimento a carico dei due volontari apre oggi il Carlino e trova posto a fondo pagina sulla Gazzetta. Entrambi i quotidiani riportano le ragioni della difesa, attestata sulla certezza che quei pannelli fossero ignifughi. Si annuncia un procedimento a colpi di perizie e controperizie.

 

Diventa invece apertura della Gazzetta il tema al quale il Carlino assegna il fondo pagina. Si parla qui del bilancio 2020 della Fondazione CR Carpi presentato ieri, che ha registrato un avanzo di esercizio di 3,6 milioni di euro, in grado di assicurare sia il livello delle erogazioni al territorio previsto in sede programmatica che di incrementare di 1,6 milioni il patrimonio, salito così a 284 milioni. Siamo ancora lontani dai 330 del patrimonio originario di tanti anni fa, ma se si considerano le frenate subite dai rendimenti dei titoli mobiliari, l'economia depressa dal Covid, le promesse mancate del fondo Atlante e qualche avventura di troppo di vecchie presidenze, il presidente attuale, Corrado Faglioni, può ben dichiararsi soddisfatto della ripresa del trend patrimoniale ascendente. 

L'ultima notizia condivisa oggi da Gazzetta e Carlino è il nuovo sciopero dei dipendenti della Manifattura Riese, indignati per l'assenza delle due proprietà (la Luchi Fiduciaria all'80 per cento e Massimo Brunetti, al 20) ai vari tavoli di trattativa e convinti che l'acquisto dell'azienda e la sua immediata messa in liquidazione da parte della fiduciaria nascondano una speculazione finanziaria per collocare sul mercato la disponibilità del marchio Navigare, senza le maestranze, considerate evidentemente solo un peso inutile.