Il Sindaco: ''Rimane avvolto nella nebbia quel tentativo di diffamazione''

A margine dell'assoluzione di Simone Morelli, arriva un commento del sindaco Alberto Bellelli:

«Io sono arrivato a questo processo dopo una denuncia fatta contro ignoti. Le indagini che ne sono scaturite mi hanno portato a sapere chi si celava dietro a questo progetto atto ad infangare il mio nome e quello della mia famiglia. Quando è emerso che i protagonisti di tale vicenda erano attori politici (di alcuni dei quali ignoravo persino l’esistenza) il mio approccio a questo dibattimento è mutato, passando dall’esclusiva necessità di tutelare la mia onorabilità all’obiettivo, che definirei etico, di difendere qualcosa che amo profondamente e che è la mia più grande passione da più di 30 anni: la politica - dice Bellelli - Rimango convinto che quella che emersa durante il dibattimento è la malversazione di questo concetto, è l’invasione di campo dell’attore politico rispetto al confine del dibattito, è il non rispetto delle regole e tantomeno dell’autorità preposta a garantire ogni cittadino: la legge. Perché, dinanzi ad un dubbio, l’attore politico non utilizza gli strumenti consoni, come, ad esempio, l’accesso agli atti o l’interrogazione? Perché, sempre dinanzi a quel dubbio, lo stesso attore politico non si reca dinanzi alle autorità giudiziarie e non si assume la responsabilità di denunciare? Quante volte in questi 17 anni da amministratore pubblico, davanti al sospetto di possibili azioni non legali compiute da miei interlocutori mi sono recato alle forze dell’ordine! Ed ogni volta ho atteso che si facesse luce su quanto segnalato, nel rispetto di tutti». (segue)

 

«Io mi sono dato questa risposta: non solo perché il fatto non esiste (come hanno comprovato le indagini dei Carabinieri nei miei confronti), ma soprattutto perché non c’è nemmeno il dubbio – prosegue Bellelli –. Qui c’è solo l’obiettivo di sbattere sui giornali l’avversario politico, tutelando il proprio anonimato. Sono contento che questa vicenda, dopo quasi cinque anni, si sia finalmente conclusa. Da un lato, è stata confermata la falsità delle accuse nei miei confronti; dall’altro, rimane avvolto nella nebbia quello stesso tentativo di diffamazione. La formula assolutoria: il fatto non costituisce reato e la prova è insufficiente o contraddittoria, lo conferma. Nel mio cuore, rimane la profonda delusione per le azioni subite da una persona che consideravo amica e meritevole della mia fiducia, come è emerso chiaramente dagli atti processuali – conclude il Sindaco –. Io amo la mia città ed amo la politica, e non posso permettere che la politica, nella città che amo, sia esercitata con queste modalità. Non hanno mai contato per me le vicende personali quanto la necessità di tutelare la correttezza del confronto dentro alla comunità che ho l’onore di amministrare".