Trasformazione di via Roosevelt in corridoio urbano ecologico: qualche cosa si muove

La decisione dirigenziale di questi giorni che individua nel geometra comunale Fabio Anderlini il responsabile unico del provvedimento segnala l'intenzione del Comune di Carpi di andare avanti con il piano di desealing (liberazione di terreno dall'asfalto) di via Roosevelt. Non fosse che per una ragione molto semplice: la possibilità di contare su 400 mila euro concessi già a inizio anno dal Ministero per la Transizione ecologica.

Ogni volta che ci si è occupati di questo che non è ancora un progetto vero e proprio, ma un piano di massima corredato da alcuni disegni (leggi qui), si è sottolineato che non si tratta di una semplice operazione "di pelle” come potrebbe apparire. Dietro c'è l'intenzione, sempre peraltro richiamata dall'assessore all'Urbanistica Riccardo Righi, di trasformare via Roosevelt dall'arteria di attraversamento nord sud che è ora in un “corridoio ecologico urbano” al servizio soprattutto del quartiere di Cibeno Pile. L'assetto è quello che si desume dall'unico disegno circolato finora: l'ampia sezione della via verrebbe ristretta a due corsie per il traffico automobilistico, separate da un'aiuola alberata, quella che giustifica l'uso del termine desealing, mentre sul lato ovest verrebbe confermata la presenza della pista ciclabile. Niente di particolarmente fantasioso, ma con forti ricadute sulla viabilità: fare della strada un corridoio alberato e chiuso al servizio del quartiere e non più un asse di attraversamento ripropone, in tutta la sua urgenza, il problema del passaggio a livello. Si presume infatti che l'Amministrazione non avrebbe mai preso in esame un progetto simile, se non avesse in mente una soluzione per lo snodo sui binari. La soluzione è quella di cui si parla da tempo e della quale si sta discutendo con Rfi, la Rete ferroviaria italiana che condivide con il Comune di Carpi l'idea di sopprimere l'anacronistico passaggio a livello: un sottopasso destinato a congiungere in linea retta le vie Tre Ponti e Manzoni, lasciando alle vie di quartiere il compito di veicolare il traffico locale verso il sottopasso; e alla via Cavata, a est, quello di smaltire il traffico di attraversamento.

 

 

Si può immaginare, dunque, che nessun provvedimento di chiusura e trasformazione di via Roosevelt verrà adottato, prima che si concretizzi la viabilità alternativa descritta. Anche perché cambiare radicalmente la funzione svolta finora dalla strada comporta una trasformazione profonda delle abitudini dei residenti e della vocazione di negozi, servizi e pubblici esercizi dislocati nella zona. Il che pare fra l'altro aver acceso un discreto dibattito in senso alla stessa Giunta.