La pubblicità e le lezioni di giornalismo del caporedattore Sara Gelli

Non interesserà minimamente ai lettori, questa querelle fra giornali, ma poiché la testata edita da Radio Bruno ha voluto farne un caso, (editoriale "Un'informazione così fatta non ci appartiene” del 13 giugno) non possiamo esimerci dal replicare, dopo che gli atti sono stati finalmente resi pubblici. Con una delibera di Giunta e relativa determina di spesa, l'Amministrazione comunale ha stanziato in questi giorni 2 mila 562 euro, Iva inclusa, per l'acquisto di spazi pubblicitari su Radio Bruno tramite la concessionaria Multiradio. E' la pubblicità che riguarda i concerti della rassegna CarpInMusica, inseriti nei programmi di Carpiestate. Ed è normale che la scelta sia caduta su un'emittente molto più affine alla materia musicale di quanto lo sia la nostra. Alla quale, infatti, di quella campagna, non è toccato un centesimo. E' normale anche che a quella rassegna Radio Bruno e magari la sua testata su carta stampata dedichino poi richiami e servizi di approfondimento dei quali non saremo certo noi a scandalizzarci. (segue)

Non è stata invece considerata allo stesso modo, nel citato editoriale di Sara Gelli, caporedattore di quella testata, la decisione dell'Amministrazione comunale di investire 1.464 euro, sempre Iva inclusa, non sul settimanale di Radio Bruno, bensì su Voce, per la comunicazione legata a un progetto, che va sotto il nome di Emounderground e che abbiamo seguito fin dalle prime delibere, due anni fa, unici fra tutti i media locali. Per noi, al di là di qualunque giudizio di merito, 214 mila euro per quel progetto concessi a Carpi dall'Unione Europea, erano una notizia. Per la testata legata a Radio Bruno, invece, riferiamo testualmente dall'editoriale con cui la Caporedattore ha preso cappello sull'intera vicenda, “...non è certo questo il genere di notizie per cui la redazione di Tempo si affanna”, tanto più che del progetto aveva ritenuto di sottolineare poco prima come “...occorra ben altro per svecchiare il percorso museale di palazzo Pio”. Giudizi del dopo, certo: ma non fosse che per la maggiore attenzione prestata a Emounderground, l'Amministrazione ha ritenuto di investire in comunicazione su Voce e non su Radio Bruno e la sua diramazione a stampa. Questo è tuttavia un problema che ci riguarda solo marginalmente: toccherà all'Amministrazione, se lo ritiene, rispondere sui criteri che l'hanno guidata nella scelta.

A noi preme piuttosto attirare l'attenzione sulla lezioncina di giornalismo che ci ha voluto impartire la Caporedattore, irritata per l'intervista a colei che ha contribuito a fare arrivare a Carpi il finanziamento europeo. E' di Gelli il severo richiamo a "...un'informazione che non ci scandalizza, ma non ci appartiene” e il riferimento a “toni entusiastici” dell'intervista che ha avvertiti solo lei. Forte poi di cotanta purezza, invita a distinguere “...tra ciò che è informazione e ciò che è un messaggio promozionale”, quasi che un'intervista di presentazione di un progetto culturale fatta alla Responsabile dei Musei fosse assimilabile al lancio di un negozio o di un prodotto commerciale qualsiasi. O all'inaugurazione di un laboratorio fotografico privato, così, tanto per ricordare alla vestale dell'informazione una copertina dedicata mesi fa dalla sua testata a un fotografo, con servizio e quarta di copertina pubblicitaria nello stesso numero e otto pagine pubblicitarie nelle settimane successive. Affari vostri, penserà giustamente l'annoiato lettore. Ma sono lettori (e lettrici) anche quelli che hanno plaudito a quel piagnisteo definendolo una dimostrazione di “schiene dritte” (cit. Giliola Pivetti). O addirittura la prova di una “trasparenza che manca in una città dove le istituzioni tendono a essere opache” (cit. Annalisa Bonaretti). O che, come Lorenzo Paluan, si sono spinti a pretendere che l'intervista fosse segnalata come redazionale pubblicitario separato dall'informazione giornalistica e a equipararci a CarpiCittà, nella funzione di organo dell'Amministrazione comunale. Con questo dimostrando non solo incompetenza nella materia, ma anche come la diversità di vedute su alcuni nodi dello sviluppo della città – è lui a tirare in ballo l'Oltreferrovia e il nuovo ospedale che ci ha visti critici, non certo isolati, sulla sua idea di riuso del vecchio – possa tradursi in un livore ideologico capace di dare alla testa. In tutto questo, riconosciamo di aver commesso un errore: non aver chiarito a sufficienza con gli uffici comunali i tempi di pubblicazione dell'intervista, precedendo la conferenza stampa, per questo disertata dalle altre testate. Ma è un fraintendimento del quale ci scusiamo con l'Amministrazione comunale e con nessun altro.